Dall'Esecutivo Ministeri alle lavoratrici ed ai lavoratori MIT -

ELEZIONI RSU 2015

UN VOTO, UNA SCELTA

Il documento dell'Esecutivo Nazionale Ministeri USB P.I. alle lavoratrici ed ai lavoratori del MIT.

 Roma, 12 febbraio 2015. Una P.A. demotivata e ricattata non aiuta la nazione ed è uno spettacolo penoso vedere la battaglia che artatamente la politica, troppe volte aiutata dai Sindacati di Regime, ha istigato tra i poveri: pubblico contro privato, precario contro tempo indeterminato, giovani contro vecchi…

 

I dipendenti pubblici in Italia rappresentano il 14,8% degli occupati. In Francia i pubblici dipendenti sono il 19,2% degli occupati, in Gran Bretagna il 20%.

I tre milioni e 400mila dipendenti pubblici rappresentano il 5,6% della popolazione italiana. In Francia ne rappresentano poco più dell’otto per cento; in Gran Bretagna il 10,9%.

Dopo averli offesi, vilipesi, attaccati, divisi, ritenuti in numero eccessivo, ora occorre essere conseguenti col percorso intrapreso da lungo tempo: vanno licenziati nel nome del “merito”.

***

Curiosità: da dove viene la parola meritocrazia?

In un libro del 1958 Michael Young (sociologo ed economista inglese), unendo un termine inglese a uno greco, coniò una parola che tanto fortuna riscuote oggi nel dibattito pubblico: meritocrazia. Quel libro - The Rise of Meritocracy 1870-2033: An Essay on Education and Equality - era un saggio satirico in cui l’autore immaginava la progressiva affermazione e la rovinosa caduta di una società governata dalle persone col quoziente intellettivo più alto. Young utilizzava questo espediente letterario, elaborandolo in chiave dispotica, allo scopo di denunciare le distorsioni di cui soffriva il sistema dell’istruzione pubblica britannica, che selezionava troppo presto i bambini e li inchiodava ad attitudini individuate in maniera eccessivamente sbrigativa. La meritocrazia, dal suo punto di vista, era un destino crudele, la cui prima vittima finiva per essere la stessa democrazia.

Sarebbe utile che venisse letto o riletto questo libro e che su questo scritto riflettessero tutti i noti e le note pasdaran del merito che s’aggirano per l’Italia e dentro i nostri Uffici.

Cosa ne sarà, per esempio, dei lavoratori delle Province?

Riportiamo un breve tratto dell’articolato documento pubblicato il 20 dicembre 2014 e tratto da rilievoaiaceblogliveri.wordpress.com:

“La situazione derivante dall’emendamento. Effetto del maxiemendamento alla legge di stabilità è il taglio delle dotazioni organiche:

1.    per le province, in misura pari al 50% del costo della dotazione organica del personale di ruolo al 9 aprile 2014;

2.   per le città metropolitane, in misura pari al 30% del costo della dotazione organica del personale di ruolo al 9 aprile 2014.

Questo implica che circa 20.000 dipendenti, entro aprile 2015, dovranno essere dichiarati “soprannumerari”. Cosa significa? Che pur continuando a lavorare presso province e città metropolitane, non fanno parte della dotazione organica. Ancor più chiaramente: il costo dei loro stipendi non è giustificato e, dunque, le province e le città metropolitane debbono disfarsene.

Da giovedì 18 dicembre ancora in questi giorni, Governo e maggioranza sono una voce sola nell’affermare: “nessun dipendente provinciale sarà licenziato”. Peccato che questa affermazione non corrisponda per nulla alla verità.

Di fatto, il maxiemendamento propone, per i 20.000 dipendenti provinciali circa interessati, una sorta del peggiore “accompagnamento” alla pensione o al licenziamento mai sperimentato in Italia.

Infatti, nella realtà si precostituisce una condizione di esubero di fatto dei 20.000 lavoratori, con una prospettiva di prolungamento della loro attività lavorativa di 48 mesi a decorrere dall’aprile 2015. E l’ipotesi del licenziamento è cosa certa, certissima: l’unico dubbio non riguarda “se” i dipendenti in esubero saranno licenziati, bensì “quanti” saranno licenziati.

***

E cosa attende i lavoratori del MIT?

 Il nostro dicastero, ormai da tempo, partecipa attivamente alle politiche di smantellamento della pubblica amministrazione e, conseguentemente, dello stato sociale del nostro paese.

È un percorso che viene da lontano e che inizia con il progressivo svuotamento delle competenze, con il mancato sostegno delle funzioni ispettive sulla sicurezza del trasporto e sulle infrastrutture, con la chiusura di sedi e conseguente dismissione delle funzioni verso competitori privati, contenendo le essenziali competenze di controllo sul territorio del sistema degli appalti pubblici.

In poche parole il MIT è inserito centralmente nel modello di Stato che si va a prefigurare, alleggerito delle sue funzioni primarie e del rapporto non solo di servizio al cittadino ma anche del suo ruolo di presidio, di legalità e riferimento nel territorio.

Un ministero ancora molto complesso e con potenzialità essenziali, basti pensare alle nuove funzioni afferite di controllo delle concessioni sia in materia di protezione civile che di  infrastrutture stradali.

Eppure appare in molti uffici un dilagante stato di abbandono delle funzioni storiche del MIT a fronte di una gestione debole ed unilaterale dei modelli organizzativi, dei processi produttivi e degli istituti contrattuali che va ben oltre i peggiori propositi delle “norme brunetta”.

Restano, sullo sfondo le promesse della valorizzazione del personale, della formazione, degli interventi finalizzati al ripristino dell'efficienza.

Concrete invece le pesantissime esternalizzazioni in atto volute dal Ministro Lupi ed il mantenimento della "roccaforti" di strutture e consulenze esterne che succhiano risorse e funzioni primarie MIT che dovrebbero essere svolte dalle professionalità interne.

 È chiaro che la partita sul reale destino del MIT non potrà non incrociarsi con la riforma della pubblica amministrazione, attrraverso il selvaggio accorpamento di uffici, la costituzione di agenzie-spezzatino: il DL 90/2014 (mobilità entro 50 km, demansionamento finalizzato alla futura ricollocazione dei lavoratori in mobilità) con esiti e scenari facilmente immaginabili è una realtà; il Ministro Marianna Madia ha ieri annunciato al convegno "La PA che vogliamo" (targato SDA Bocconi) che le tabelle di equiparazione per mettere in mobilità i dipendenti pubblici sono già realtà.

La USB sta conducendo da tempo, in splendida solitudine, una battaglia a livello generale contro le politiche di smantellamento del welfare, dei diritti generali e salariali dettate dalla Troika europea con iniziative, manifestazioni e scioperi generali.

È ora, prima che sia troppo tardi, che i lavoratori del MIT si riapproprino del proprio destino e scelgano, anche in occasione delle elezioni RSU 2015, di dare sostegno all’USB, unica realtà sindacale che sta dimostrando sul campo di essere in grado di costruire conflitto nei posti di lavoro e nelle piazze per dare voce ai lavoratori, a chi è stato dimenticato o addirittura additato come causa della crisi.

Un voto, una scelta per voltare pagina e provare a ricostruire un movimento dei lavoratori per riprenderci quello che ci è stato tolto.

Possiamo riuscirci solo se saremo in tanti, solo se lo faremo insieme.

Esecutivo Nazionale Ministeri USB P.I. MIT

Esecutivo Nazionale USB P.I. MIT