9 ottobre anniversario tragedia del Vajont. Oggi sarebbe diverso?
Ad un anno dal cinquantenario della tragedia non c'è da stare purtroppo tranquilli se gli organi dello Stato preposti al controllo vertono in una situazione critica così come afferma il Governo stesso.
Approfittiamo del comunicato della sigla UNADIS, rappresentativa dei dirigenti, diffuso nel settembre u.s. in risposta al volantino USB, (d.g. dighe il sacco bucato che neppure si svuota... vedi sotto), per fare alcune necessarie considerazioni.
In detto volantino la UNADIS liquida frettolosamente come “toni polemici” le puntuali denunce della USB e procede poi alla difesa dei dirigenti, differenziando tra quelli di prima fascia, che sarebbero frequentemente incapaci di svolgere i compiti istituzionali, perché diretti da dirigenti superiori incapaci di operare, in quanto a loro volta subiscono le direttive del superiore vertice politico, che non nomina i dirigenti stessi secondo criteri orientati al riconoscimento del merito e delle capacità.
A onor del vero non è parso alla USB, che da anni denuncia quanto avviene presso la d.g., che la dirigenza abbia "battuto i pugni sul tavolo”, in occasione ad esempio della vera e propria corsa alla esternalizzazione dei servizi, anzi favorita da alcuni, oppure contro le facili assunzioni di decine di consulenti ex ordinanza o per criticare alcune indennità un po' “inventate”, nè abbia spinto in particolar modo verso l'apertura di un tavolo per la organizzazione della intera direzione, anche con le risorse esistenti, confronto sempre promesso e mai neppure tentato.
Certamente, molti dirigenti avranno dovuto subire in silenzio.
La USB, non è sigla rappresentativa per la dirigenza, perché stigmatizza lo squilibrio tra i lavoratori causato da un eccessivo e progressivo incremento dei poteri dirigenziali, (e dei loro compensi) a cui non si è contrapposta né una effettiva riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, che valorizzasse le risorse e l'efficienza della gestione pubblica, né tanto meno una efficacie lotta alla corruzione e alle logiche clientelari. Denunciare tale situazione non è una illazione della USB ma un fatto, pure spiacevole anche per quei dirigenti che sopportano, ma certamente meglio di altri lavoratori, visti i compensi elevati pur stabiliti da norme e contratti.
Nel caso però della d.g. dighe oggi “sub iudice”, viste le suddette preoccupazioni sulla possibile cooptazione dei dirigenti, sarà bene intanto ottenere una esaustiva informativa sulla distribuzione incarichi, collaudi, ecc. negli ultimi anni (non c'è molto sul sito web del ministero), anche per verificare se alcuni ne abbiano, incolpevolmente, accumulati un po' troppi.
Auspichiamo infine che il comunicato di denuncia UNADIS sia stato trasmesso anche al ministro Passera. Anche la USB ne sollecita l'urgente intervento, ma porrà la massima attenzione perché sia evitato quanto avvenuto in passato.
Ogni volta infatti che le criticità hanno raggiunto il limite e si è cercato di “cambiare marcia”, ordinanze ed interventi legislativi ben poco chiari (vedi sotto Grandi dighe basta con la logica dell'emergenza), hanno modificato o ricollocato, infruttuosamente, le delicate funzioni inerenti le grandi dighe italiane.
Si è cambiato tutto per non cambiare nulla.
Infatti ciò che è rimasto sono inefficienza e sperperi e non per colpa dei lavoratori.
Il Coordinamento USB-MIT
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