Riforma Brunetta: organizzazione del lavoro dai dirigenti....ai consulenti.

Roma -

Come già evidenziato nel nostro comunicato del 12 gennaio u.s. (Formazione professionale - vedi anche a questo link il programma di formazione per la DGSISC) la USB Pubblico Impiego continua a prestare la massima attenzione all'attuale fase di riorganizzazione di questa importante direzione generale.

Ad essere a rischio sono i settori informatici, al centro dei processi in atto di destrutturazione della P.A. e dei Ministeri, ma anche perché gli stessi settori sono molto appetibili ai grandi interessi privati in gioco.

Rischio che può arginarsi adottando fasi riorganizzative coerenti, anche per poter sostenere necessità e funzioni istituzionali primarie (ciclo continuo, Protezione Civile, sicurezza, informazione ai cittadini, controllo appalti, ecc. nel caso DGSIS).

Il primo “step formativo/organizzativo” che avrebbe dovuto avviare i lavoratori verso sistemi lavorativi più efficienti si rivela, secondo USB, un cattivo investimento a causa della pressochè totale assenza del principale attore di ogni riorganizzazione: LA DIRIGENZA.

L'Amministrazione interpreta in modo bizzarro il famigerato dettame della legge Brunetta (art. 34 d.lgs 150/09) che recita “le determinazioni per l'organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte in via esclusiva dai DIRIGENTI”.

Infatti il Direttore Generale sembra fornire una lettura della norma in tal senso “le misure organizzative sono assunte in via esclusiva dai... CONSULENTI” E così, incredibilmente il primo atto (detto “ITIL”) si esaurisce meramente con la delega ad un consulente esterno retribuito, che entra nelle materie organizzative, nelle modalità di relazione tra i lavoratori, fino a suggerire la sovrapposizione di modelli privatistici, ammantati di connotazioni “pseudo democratiche”, ai contratti ed alle norme vigenti (funzioni istituzionali della D.G.).



Peraltro è noto che un primo risultato cui era rapidamente giunta la società incaricata, attraverso la costituzione di gruppi di ascolto, costituiti ad hoc, è stato:

1) i lavoratori della d.g. non conoscono affatto i propri ruoli.

2) la comunicazione tra i lavoratori è pari a zero.

Non certo un bello scenario. (Ma serviva un consulente?)

La cosa incredibile è che il direttore ed i dirigenti prendono atto (!) ed applaudono per le conclusioni raggiunte ed incitano i lavoratori a proseguire... da soli in “autogestione”.

In tale preoccupante contesto c'è da chiedersi come abbiano fatto i dirigenti stessi della D.G. a raggiungere tutti nel 2015 il 100% degli obiettivi, ma tuttavia abbiano avuto la faccia tosta di dare una valutazione “PARZIALE” a molti lavoratori (pagelline).

Delegano le proprie funzioni ai consulenti e scelgono i propri obiettivi nel modo più semplice possibile... Viene in mente la famosa pubblicità... TI PIACE VINCERE FACILE?

Serve allora una inversione di rotta. La USB chiederà intanto i costi e motivi del ricorso a tali consulenze.

La USB chiederà poi all'Amministrazione di avviare una seria attività riorganizzativa della D.G. a partire da:

  • Definizione di un organigramma chiaro e dettagliato per tutto il personale della DG e conseguente emanazione di ordini di servizio per ogni lavoratore/lavoratrice, presupposto essenziale per una organizzazione del lavoro efficace e che dia serenità al personale, arginando la creazione di “nicchie” e squilibri lavorativi, che causano ulteriore deresponsabilizzazione dei dirigenti.

  • Ricognizione chiara ed accurata delle funzioni in capo ai lavoratori delle società esterne, con piena attenzione alle tutele per gli stessi, ma anche ai costi attuali ed alle distinzioni di competenze tra pubblici e privati.

  • Effettiva ed adeguata somministrazione della formazione anche in previsione dei regolamenti di riorganizzazione MIT.

  • Sicurezza del lavoro, stress L.C. e benessere nei settori operativi e non, anche in ambito dell'ipotesi del trasferimento delle sedi. Vi terremo informati.

USB PI MInistero Infrastrutture e e Trasporti Lorenzo Piangatelli