SALARI, POTERI D'ACQUISTO E TFR

Nazionale -

E adesso tutti si stupiscono!

30 gennaio  2008

 

Qualche settimana fa, alla vigilia delle elezioni per il rinnovo delle RSU, forse per recuperare consenso,  pochi giorni dopo la firma del rinnovo contrattuale che ha portato nelle nostre tasche in media poco più di 50 euro, la CGIL scopriva finalmente dopo approfonditi sforzi dei propri centri studi  o forse per magia che il salario dei lavoratori dipendenti ha perso migliaia di euro in potere d’acquisto. Poi è stata la volta dell'EURISPES, ancora dell’ISTAT e da ultima è stata la Banca d’Italia a lanciare l’allarme sull’impoverimento di milioni di famiglie italiane, sulla difficoltà a pagare i conti anche dei servizi e dei beni essenziali, sul continuo ricorso del credito al consumo, etc.

 

Già anni fà la RdB/CUB in splendida solitudine lanciava l’allarme chiedendo nelle proprie piattaforme contrattuali salari adeguati al resto d’Europa e la reintroduzione di un meccanismo automatico di adeguamento delle retribuzioni, mentre i sindacati concertativi (CGIL CISL e UIL, UGL e falsi autonomi) negli ultimi quindici anni siglavano, proni alle politiche dei governi più o meno “amici”, accordi evidentemente al ribasso sia in termini economici sia  di diritti dei lavoratori.

Accordi rifiutati dalla RdB/CUB,  voce fuori dal coro non per pregiudizio, ma perchè libera da condizionamenti politici  e ben consapevole che la stagione del  “sindacato unico”,  avrebbe portato poi, nel merito,  sostanziali danni ai lavoratori.

 

Ed infatti, ecco sotto gli occhi di tutti e ben percepiti sulla nostra pelle, gli effetti negativi che tutti i partiti di maggioranza ed opposizione, gli stessi sindacati concertativi, organizzazioni varie e persino la Confindustria, allarmata evidentemente per aver spremuto troppo succo dal limone Italia, si  affannano ora ad evidenziare invocando riforme fiscali, interventi straordinari,  etc.: 

Eppure  sono gli stessi soggetti in buona sostanza colpevoli di questa situazione, il che dovrebbe perlomeno ingenerare sospetti...

E infatti ecco già cucinato il piatto basato su un'altra  ricetta a perdere per i lavoratori, con i consueti strombazzamenti  ai quattro venti dell'intero  circo mediatico: per avere incrementi di salario “stabile” bisogna puntare sulla “variabile” produttività,   testuali belle parole di dirigenti della Banca d'Italia, riecheggiate all'unisono dai sindacalisti da salotto ormai a braccetto con  i confindustriali e che in una società reale e con regole e tutele incerte, come quella italiana, rappresentano  davvero una contraddizione in termini e male celano la mera intenzione di prendere ancora maggiore distanza dalla contrattazione nazionale.

 

Proprio come oltre dieci anni fa, quando gli incrementi salariali, (politica dei redditi)  grazie agli accordi suddetti, furono  legati all'inflazione programmata (non quella reale e  mai rispettando i rinnovi biennali dei contratti) e alla  produttività,  con i risultati odierni.

Oggi infatti ci si accorge, non senza ipocrisia, che gli introiti delle imprese e dei lavoratori autonomi  sono cresciute di ben oltre il 10% mentre per i lavoratori dipendenti stessa percentuale, ma di segno opposto!

Invitiamo i colleghi a dare un'occhiata, cercando di mantenere la calma,  alla semplice tabella che mette a paragone i salari in Europa nel solo quinquennio 2000-2005 sotto allegata : (CUB salari europei)

 

 

Vergognoso, in tale contesto, con il puntuale avvallo dei soliti noti,  il passaggio dal sistema contrattuale biennale attuale di aumento  stipendiale  ad uno triennale, altro che tutela del salario!

Vergognosa, nella sua  lacerante realtà, la situazione dei giovani lavoratori in grandissima parte precari grazie alle intoccabili leggi che hanno precarizzato il lavoro (molti operano  in una  Pubblica Amministrazione ormai fuori legge);

Gravissimo il definitivo vulnus che potrebbe derivare dallo scippo del TFR.

Leggiamo che “i fondi pensione non battono il TFR” sulla Repubblica di oggi a pag. 44 “Imprese e Mercati”... e se il buon giorno si vede dal mattino...peccato per  chi già si è fatto ingannare.

Questi sono solo alcuni dei cattivi  frutti oggi maturati negli anni a causa delle suddette  e spensierate  attività dei sindacati-partiti e governi amici di turno. 

 

La soluzione? Non certo la bacchetta magica del maghetto Harry Potter, ma   l’iniziativa coesa da parte dei lavoratori, che devono alzare l'attenzione e riprendere in mano il timone del proprio futuro, imponendo più democrazia nei luoghi di lavoro, meno precarietà e maggiore equità nella distribuzione della ricchezza prodotta dal paese, respingendo gli accordi a perdere siglati da quei sindacati trasformati in venditori di servizi che hanno ormai rinunciato alla loro funzione.

 

Passa dalla tua parte, aderisci alla 

RdB/CUB Pubblico Impiego.

 

RdB Pubblico Impiego

Coordinamento Ministeri Infrastrutture e Trasporti