SCIOPERO GENERALE: 500 MILA IN PIAZZA
SCIOPERO GENERALE: 500 MILA IN PIAZZA
Alte le percentuali dell’astensione dal lavoro in tutti i settori produttivi
In base alle prime stime sull’adesione allo sciopero generale di 24 ore indetto per oggi da CUB Confederazione Cobas, e SdL Intercategoriale, oltre due milioni di lavoratori del settore pubblico e privato hanno incrociato le braccia e ben 500mila sono scesi in piazza a Roma per il corteo nazionale, snodatosi da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, alla Trambus di Roma si è registrato il 45% di astensione dal lavoro; alla CGT di Torino il 75%; a Bologna fra il 75 e il 77%; a Venezia centro l’80% extraurbano 40%; a Treviso il 40%). Forti i disagi anche nei settori Aereo, Ferroviario e Marittimo.
La manifestazione nazionale di Roma, immensa nonostante la pioggia continua, ha visto una significativa partecipazione dal settore della Scuola, del Pubblico Impiego, dei Trasporti, del precariato, ma anche dei movimenti giovanili e dei movimenti per i diritti sociali.
Un fiume di persone, ha portato in piazza la rabbia dei lavoratori, colorati e divisi per le varie categorie: vigili del fuoco, ministeriali, presidenza del consiglio dei ministri (che ha registrato per la prima volta un’altissima adesione), giustizia, sanità, scuola, agenzie fiscali, parastato, precari, settore privato.
Lo sciopero generale organizzato dalle RdB-CUB, assieme alle altre organizzazioni del sindacalismo di base, ha superato ogni più rosea aspettativa. Una marea umana, 500 mila persone, è scesa per le strade di Roma per gridare il proprio NO alle scelte che questo governo sta compiendo.
In piazza erano rappresentate le incertezze di quelli che un tempo costituivano il ceto medio; le incertezze di chi è precario da una vita e vede allontanarsi sempre di più la possibilità di trovare risposte al proprio futuro; le incertezze di chi deve affidare ad una scuola sempre più umiliata i propri bambini; dei giovani sfruttati dei centri commerciali, le incertezze di chi è venuto da lontano per trovare lavoro e viene giudicato criminale per il solo colore della pelle.
Alle ore 14, mentre a San Giovanni andavano concludendosi gli interventi dal palco, la coda del corteo, che era rimasta a lungo bloccata in Piazza della Repubblica per il grande flusso di manifestanti, è riuscita finalmente a confluire in piazza. Uno spezzone composto dal movimento studentesco ha deviato verso il Colosseo per andare a protestare sotto il Ministero della Pubblica Istruzione.
Tanti i genitori con i bimbi in carrozzina, a rivendicare un futuro con servizi pubblici garantiti e senza precarietà; i Vigili del Fuoco, che hanno portato una barella dove ad un manichino veniva succhiato il sangue dal Ministro Brunetta, mentre i precari della Sanità sono arrivati in piazza a bordo di un’ambulanza a sirene spiegate.
“Lo straordinario risultato di oggi dimostra che i lavoratori scelgono di non subire ma di essere protagonisti della propria lotta e che la nostra piattaforma è largamente condivisa”, è stato il primo commento del Coordinatore nazionale CUB Pierpaolo Leonardi nel corso della manifestazione. “Da questo sondaggio in carne e ossa il governo deve trarre la conclusione che è necessario aprire la relazione con una consistente parte della società italiana che non delega più la propria rappresentanza a Cgil Cisl Uil”.
Ha dichiarato Piero Bernocchi, Portavoce dei Cobas: “Nelle scuole delle principali città si è arrivati a punte di 60-70% di adesione allo sciopero, con la metà delle scuole chiuse, ma anche con ottimi risultati nel Pubblico Impiego, nei Trasporti e in molti settori privati”. Ed ha aggiunto: “Tutta la scuola pubblica boccia la politica scolastica del governo, con il più grosso sciopero della scuola mai realizzato, a cui hanno partecipato anche iscritti di altri sindacati dimostrando che questo è il vero sciopero unitario”.
Ha concluso Fabrizio Tomaselli, di SdL Intercategoriale: “Uno sciopero riuscito che dimostra l’estremo disagio dei lavoratori ma anche la loro voglia di lottare. Una manifestazione che ha gridato 500mila NO alle politiche del governo e del sindacato confederale. Da oggi SdL CUB e Cobas hanno più responsabilità ma anche più forza”.
Roma, 17 ottobre 2008
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