Regolamento lavoro a distanza MIT: i primi nodi vengono al pettine

Roma -

1 ottobre 2024 Regolamento lavoro agile: nel  MIT i primi nodi vengono al pettine. 

Lo Smart Working è divenuto ormai una modalità organizzativa per erogare servizi e prestazioni della PA. Tuttavia, nonostante la regolamentazione di massima nei CCNL, l’applicazione è stata demandata alle singole amministrazioni. In questa “zona grigia” sono emerse distorsioni quando queste non hanno voluto coglierne le reali opportunità innovative, talvolta irrigidendosi, fino a trasformare un diritto in una arbitraria concessione, introducendo vincoli che hanno affievolito, se non vanificato, le finalità positive del nuovo istituto. 

Non ha fatto purtroppo eccezione il MIT, e molti colleghi già ci segnalano difficoltà, ingiustizie e dinieghi nella applicazione nei vari settori del dicastero. 

USB PI lo aveva facilmente previsto nel 2023 (vedi comunicato)  ed è stata l’unica sigla su sette (CGIL-CISL-UIL-Confsal/UNSA-FLP- Confintesa) che non ha condiviso il Regolamento finale del 29 maggio 2024 sul lavoro a distanza (lavoro agile, telelavoro, coworking), presentando in riunione una proposta alternativa.  

In sintesi: nel MIT più che il “lavoro agile” si è introdotto il “lavoro rigido”, con regole centralistiche orientate più al controllo dei lavoratori che all’efficienza. 

L'Istituto, come noto, è al momento facoltativo, ma per molte lavoratrici e lavoratori diviene oggi spesso necessità e ciò può esporli a veri e propri ricatti. 

Peraltro, se il Regolamento MIT è molto rigido per i più, per alcuni, si presta a fumose deroghe per tempi e modi (numero di giorni, fragilità, ecc.), con la forte probabilità che dette deroghe possano essere “concesse a simpatia” da alcuni dirigenti, mentre altri già violano le regole chiudendo un occhio sulla restrizione ad un solo giorno di L.A., ritenendola, seppure a ragione, incoerente o inspiegabile. 

Insomma, la confusione regna sovrana. D’altro canto, la esclusione antidemocratica delle RSU, voluta dall’Amministrazione e dai “sindacati nazionali”, mira ad evitare ogni adattamento alla sede di lavoro.  USB invece invita tutte le RSU (e gli RLS!) a pretendere il confronto ed a segnalarci eventuali dinieghi. 

Notevole, infine, la forte critica espressa dalla RSU Sedi Centrali MIT all’Amministrazione, (vedi qui l’interessante documento - link); critica che coincide, sostanzialmente, con i motivi del dissenso espresso concretamente dalla USB MIT. 

Invitiamo allora alla coerenza i componenti eletti nelle liste dei succitati sei sindacati “firmatutto”, della RSU Sedi Centrali i quali potranno onestamente ravvedersi alle prossime elezioni RSU 2025 quando inviteremo tutti i lavoratori MIT a presentare liste nella propria sede e a candidarsi con la USB PI. 

USB PI Ministero Infrastrutture e Trasporti